Il Castello di Arquà Polesine (RO)

 

 

Il Castello di Arquà Polesine sorge al centro del paese, a circa 10 chilometri da Rovigo, lungo la strada per Ferrara. Il Castello è situato nel mezzo del paleoalveo denominato “Pestrina o Filistina”, antico ramo del Po; attualmente, questo antico corso risulta completamente interrato e ben visibile per la sua emergenza sul piano circostante per una sopraelevazione di 5 metri rispetto al livello del mare.

  LA STORIA

  Il Castello fu costruito nel 1146 ad opera di Guglielmo III Aleardi dei Marchesella, famiglia Estense, per proteggersi dagli attacchi armati delle supremazie feudatarie polesane. 

Per tutto il perdurare della dominazione estense il castello assunse la funzione di fortificazione e la sua struttura rispecchiò questo carattere difensivo attraverso una tripartizione degli spazi: una torre alta con basamento a tronco di piramide coronato da una cornice, tre piani di ordini diversi di finestre binate ad arco a tutto sesto disposte lungo un asse verticale con copertura a sezione triangolare e tetto a quattro falde privo di coronamento merlato. Alla destra una torre di dimensioni inferiori alla precedente con basamento a tronco di piramide, un ordine di finestre binate ad arco a tutto sesto e una porta di ingresso alla torre; tra le due torri un corpo di fabbrica principale a “ponte” dotato di finestre disposte lungo un asse orizzontale.

La metamorfosi strutturale cui l’edificio andò incontro a metà del ’500 con l’acquisizione del castello da parte della famiglia Diedo prima e della famiglia Mula dopo, si tradusse in un cambiamento funzionale: la torre andò incontro all’apertura di quattro ordini di finestre ad arco a tutto sesto disposte lungo un piano verticale su aperture già preesistenti, nuova forometria, innalzamento della quota di calpestio del terzo piano ed inserimento di una doppia cornice marcapiano orizzontale tra il secondo e il terzo piano ai lati sud, est ed ovest, allo scopo di ingentilire le facciate della torre prospicienti il cortile interno.

Il corpo principale fu interessato da opere di affrescatura riguardanti temi mitologici, biblici e storici; fu costruito un edificio caratterizzato dalla presenza di tredici arcate secentesche, il cui primo piano venne adibito a granaio.

Il castello assunse quindi nuove funzioni:

1.         da fortificazione a casa di villeggiatura e luogo di incontro di una nobiltà colta e raffinata;

2.         da castello ad azienda agricola, centro di raccolta e di smistamento di prodotti agricoli e deposito di legna e fascine.

Dal ’600 all’800, parte del castello fu adibita a edificio ad uso scolastico.

  IL CASTELLO OGGI

  Il castello mantiene la struttura che lo caratterizzava nel ’500 e nel ’600. La torre alta, andata incontro a recenti opere di ristrutturazione, preserva l’apertura di quattro finestre in tutti i lati della torre, il coronamento merlato e la cornice marcapiano ai lati sud, est ed ovest.

Il corpo principale presenta un apparato affreschivo unico nel suo genere in quanto rispecchia vari temi a carattere mitologico e storico. Il piano nobile, suddiviso in due stanze, contiene degli affreschi di elevato prestigio artistico, a ricordo di opere come quella dell’Angelica nell’Orlando Furioso, oppure rappresentanti alleanze militari come la Lega di Cognac.

Il piano terra, recentemente restaurato come il primo piano, è suddiviso in tre stanze:

1.         la Stanza di Fetonte, in cui rivive la tragica vicenda del giovane caduto nelle acque del Po dopo aver scatenato l’ira di Giove;

2.         la Stanza Centrale, dove è utile menzionare l’affresco presente nel soffitto raffigurante il Po, che dona rami d’olivo e palme alla vicina Venezia (l’affresco ricorda un’opera presente nella sala delle udienze del Palazzo Ducale di Venezia eseguita da Paolo Veronese) e gli affreschi alle pareti raffiguranti scene allusive alle virtù teologali, Fede, Speranza e Carità e alle virtù cardinali della Giustizia e della Fortezza;

3.         la Stanza del Camino, caratterizzata da affreschi in cui compaiono delle iscrizioni in appositi cartigli: ad esempio, l’iscrizione “Deum time” (timore di Dio).

L’edificio con le tredici arcate secentesche diventerà sede, come del resto il corpo principale, degli uffici comunali, mentre attualmente è interessato ogni anno dalle manifestazioni del “Maggio Arquatese”.

                                           

Itinerario proposto

  Per la valorizzazione del territorio arquatese, si propongono le seguenti visite guidate e non:

1.         Casino di Caccia Estense, ora Villa Pasqualini Canato;

2.         Castello di Arquà Polesine;

3.         Chiese di S. Andrea;

4.         Villa Torelli, ora Sarti;

5.         Ca’ Marchese, ora Dal Fiume.

Parallelamente vengono proposte altre visite, tra le quali quella alla fabbrica di fuochi di artificio della ditta Matarello e al borsificio Venturini.

                                                               

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