Forti italiani dello sbocco della Val d’Adige: 

Rivoli e San Marco

   

Itinerario di visita a due tra i più interessanti forti italiani posti allo sbocco della Val d’Adige, sui nove funzionanti allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

  STORIA DEI FORTI ITALIANI DI RIVOLI E SAN MARCO

  Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia (1866), vi furono molte polemiche e discussioni politiche sull’utilità e sull’attualità del sistema fortificato veronese e di quello dello sbocco della Valle dell’Adige, i cui forti si trovavano con il tiro rivolto a sud anziché a nord verso il nuovo confine con l’Austria.

  Tra i fautori della necessità di potenziare le fortificazioni baldensi e dello sbocco della Valle dell’Adige, adeguandole alle moderne innovazioni, vi fu il generale Pianell che presiedette una apposita Commissione Ministeriale che dichiarò i forti della piazzaforte di Verona strategicamente e tecnicamente validi.

  Negli anni ottanta si dette avvio così alla costituzione della «Regione fortificata» e furono modificati i forti di Ceraino e di Rivoli con l’inversione del tiro (ora diretto a nord), mentre fra il 1884 ed il 1913 venne completata ed ulteriormente potenziata la difesa dello sbocco della Val d’Adige con la costruzione di altri 5 forti: la Tagliata di Incanale a Rivoli, i forti di S. Marco, Cimo Grande e Naole in territorio di Caprino ed il forte Masùa a Nord del Monte Pastello (in comune di Fumane), appartenente alle quattro fortificazioni della Lessinia che completavano il sistema difensivo della «Linea delle Alpi».

 

 Inoltre a Ceraino venne costruito anche un edificio destinato a comando del settore. Nel dicembre del 1914 lungo lo sbocco della Val d’Adige erano presenti le seguenti opere: il forte di Naole con due appostamenti di artiglieria ed una caserma, il forte Cimo Grande con una batteria secondaria, il forte Masùa, il forte di S. Marco, la Tagliata di Canale con una batteria Alta, il forte di Rivoli con una batteria Bassa, una Caserma ed una Polveriera, il porto militare e ponte della Chiusa, il forte di Ceraino con un Ricovero, mentre quale opera radiata, ma non alienata, vi era il forte di Monte. Infine erano previste due interruzioni delle strade della Val d’Adige, una a sud di Preabocco in destra Adige ed una con mine, a sud di Peri in sinistra Adige. Durante gli ultimi anni di guerra, i forti dello sbocco della Val d’Adige, furono in parte disarmati considerato l’avanzamento del fronte verso nord.

   

IL FORTE DI RIVOLI

(WOHLGEMUTH)

  Storia

  Costruito tra il 1850 ed il 1851 sull’altura del Monte Castello (m 227 s.m.) a nord-est di Rivoli, il forte doveva proteggere le strade che da Affi si dirigono a Rivoli e all’Adige, incrociando il suo tiro con i forti di Ceraino e Monte: la gran parte delle casamatte per l’artiglieria erano infatti rivolte a sud ed a ovest, ma vi era anche la possibilità di collocare pezzi di artiglieria con raggio di azione a 360°. Denominato Wohlgemuth in onore di un generale austriaco distintosi nella campagna del 1848, il corpo principale del forte è costituito da una doppia casamatta cilindrica sovrapposta, simile a quella del forte di Tombetta di Verona (del tipo «torre massimiliana», perché ideata da Massimiliano d’Asburgo). Possedeva 17 cannoni.

Il forte era collegato con una strada sia con l’abitato di Rivoli sia con il forte Chiusa attraverso un’altra strada che scendeva sulla riva destra dell’Adige e lo attraversava in direzione di Ceraino mediante un porto scorrevole. È costruito in conci di pietra locale (in particolare Rosso Ammonitico), con archivolti in cotto. Molto belli e ben rifiniti sono i fori per le artiglierie e le casamatte interne. Nel 1866 venne armato con 14 cannoni (di cui 8 con canna rigata, a lunga gittata), ma possedeva anche alcune artiglierie da disporre nel vicino piazzale (dove poi gli italiani costruiranno la Batteria Bassa).

Passato agli italiani con l’annessione del Veneto, il forte fu modificato con l’inversione del tiro delle batterie e con l’aggiunta di una batteria più bassa e di una caserma. La batteria «Rivoli bassa» fu costruita nel 1884 su di un piazzale immediatamente a nord del forte ed aveva il compito di battere d’infilata lo sbocco della Val d’Adige verso nord-est. Si tratta di un grande piazzale chiuso fra possenti bastioni. Tali bastionature che in realtà sono dei volumi interrati, contengono magazzini, casamatte, camerate e locali di vario genere. La caserma Massena fu invece costruita a sud del forte, riparata dal Monte Castello. Inoltre venne costruita a meridione del paese di Rivoli anche una polveriera.

Il forte di Rivoli è ora in concessione al comune di Rivoli. L’utilizzo futuro potrebbe prevedere la destinazione del forte a Museo della Val d’Adige, delle fortificazioni (museo storico), con possibile esposizione anche di reperti archeologici, l’utilizzazione della Batteria Bassa come sede di una Mostra-Esposizione-Rassegna permanente di arte ed artigianato e la destinazione della caserma ad Ostello della Gioventù ed a centro di educazione ambientale per le scuole, con annesso servizio di ristorazione.

 

  IL FORTE DI SAN MARCO

  Storia

  Costruito dagli italiani tra il 1888 ed il 1913 a difesa della bassa Val Lagarina ed a completamento della linea difensiva verso il confine austro-ungarico che correva ad Ala-Avio, sorge a 451 m s.m. sull’omonimo monte, propaggine meridionale del Monte Cordespino.

 Si tratta di una imponente e poderosa struttura, di forma allungata per adeguarsi allo sperone roccioso su cui sorge. Possiede due cortili interni, sale, caserme, depositi per le munizioni e postazioni per le batterie. Edificato in conci di pietra di Lubiara (Rosso Ammonitico), cavati quasi in loco, e da archivolti in cotto, sorge al posto di una antica cappellina dedicata a S. Marco dalla comunità di Lubiara. Molto bella ed armonicamente inserita nel paesaggio è la strada costruita dal Genio militare che, con oltre 40 tornanti, collega il forte a Zuane di Rivoli. Il forte fu armato durante la Prima Guerra Mondiale ma non venne utilizzato se non come acquartieramento di truppe e sparò solamente qualche colpo di mitragliatrice e di fucile contro gli aerei austriaci che scendevano dalla Val d’Adige per bombardare Verona. Oggi è di proprietà privata. Versa in stato di degrado ed è inutilizzato. Anche per questo forte è ipotizzabile un utilizzo misto, pubblico e privato, che ne consenta il recupero e l’adattamento a struttura turistica e culturale.

   

LA VISITA DEI FORTI

  Il forte di Rivoli, gestito dal comune di Rivoli tramite l’associazione “Amici del Forte”, è visitabile con il pagamento di una quota d’ingresso. Per informazioni rivolgersi al comune di Rivoli, tel. 045 7281166. Rivoli è raggiungibile da Verona con l’Autostrada del Brennero fino al casello di Affi. Da qui, in pochi km lungo la provinciale per la Valdadige, si raggiunge Rivoli ed il suo forte. Poco più oltre in loc. Zuane si può visitare il forte San Marco con un’escursione a piedi, prendendo la stradina a fondo naturale che in poco più di un’ora sale in direzione nord-ovest al forte di S. Marco (m 451) (il percorso può essere accorciato «tagliando» diversi tornanti): molto interessanti risulteranno gli scorci ed i panorami sull’anfiteatro morenico di Rivoli, sul lago di Garda, lo sbocco della Val d’Adige e tutti i forti dello sbarramento di Rivoli-Ceraino.

 

 Il forte di S. Marco è privato e per la visita sarebbe opportuno rivolgersi ai proprietari di Lubiara; comunque si può visitare anche all’interno facendo attenzione a possibili crolli o buchi nel pavimento e nei terrapieni. Il forte è raggiungibile a piedi anche con partenza da Lubiara di Caprino (293 m s.m.) lungo una mulattiera che in circa 40 minuti sale diagonalmente a sud-est. In entrambi i casi il ritorno può avvenire per la stessa strada, oppure, abbinando i due itinerari, con un raccordo tra Ruina e Lubiara, che consente di compiere un percorso ad anello.

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