Basilica di Santa Maria della Salute (VE)

Venezia

 

La Basilica può essere raggiunta a piedi dalla Stazione o da Piazzale Roma, seguendo percorsi che toccano luoghi di grande suggestione: Campo Santa Margherita - San Barnaba - Zattere (lunga fondamenta esposta a Sud, lungo il canale della Giudecca); oppure Frari - San Barnaba - Accademia - San Lio.

  Progettata da Baldassarre Longhena e costruita tra il 1631 e il 1681 a seguito del voto fatto dal Doge Nicolò Contarini affinché la città fosse liberata dalla peste; la basilica si trova all’estremità del Canal Grande verso il Bacino di San Marco, sul lato destro del canale, nel Sestiere di Dorsoduro, in posizione di particolare rilievo ed evidenza per chi entrava in città dal porto, accesso principale fino alla metà del secolo scorso.

Per poter agevolmente osservare gli scorci caratteristici, le particolarità dell’edilizia veneziana, i palazzi, e magari entrare in una delle chiese che si incontrano lungo il cammino, tutte ricche di capolavori ed interessanti per le caratteristiche architettoniche, o fare qualche piccola deviazione, per vedere, per esempio, lo squero di San Trovaso, è bene preventivare un tempo minimo di un’ora e mezza.

Naturalmente è possibile coprire parte del percorso con i mezzi pubblici.

Ogni itinerario a piedi passerà obbligatoriamente per la zona dell’Accademia, o per le Zattere, in tutti i giorni dell’anno tranne che per la ricorrenza del 21 novembre, quando allora, tramite il ponte di barche, è possibile accedere alla Chiesa dall’altro lato del Canal Grande, cioè da San Maurizio.

 

Santa Maria della Salute

 

Cenni storico-artistico-architettonici sul Santuario

  La costruzione della chiesa fu decisa il 22 ottobre del 1630; da molti mesi ormai un’epidemia di peste era presente in città: a metà giugno un diplomatico proveniente da Mantova, dove infuriava la peste portata dai Lanzichenecchi, moriva nell’isola di San Clemente. Nel giro di poche settimane si diffuse il contagio, che causò, a Venezia e in terraferma, molte migliaia di vittime. Nell’autunno ormai i veneziani erano convinti che solo un intervento divino avrebbe potuto liberarli da quel flagello. Il 22 ottobre quindi, il Doge e il Senato deliberarono che si compisse una processione di penitenza dell’intera città, da svolgersi per quindici sabati consecutivi e fecero voto solenne di costruire una Chiesa alla Vergine Santissima, intitolandola Santa Maria della Salute: ogni anno poi il Doge e il Senato si sarebbero recati in quella Chiesa, a perpetua memoria della gratitudine della città.

Nei mesi successivi i decessi diminuirono, finché l’epidemia gradualmente scomparve.

Inizialmente, mentre si esaminavano i progetti e le proposte per la costruzione della Chiesa, venne innalzata una grande Chiesa in legno, alla quale la Signoria e la popolazione potevano accedere dall’altro lato del Canal Grande tramite un ponte di barche.

Fra i vari progetti presentati fu scelto quello di un giovane architetto, Baldassarre Longhena, e, il 1º aprile 1631 venne posata la prima pietra.

La Chiesa pensata dal Longhena ha pianta ottagonale, sovrastata da un’alta cupola: posta in cima ad una gradinata, doveva manifestare a chi entrava in Canal Grande la rinascita della città. La soluzione architettonica proposta da Longhena era una novità a Venezia: egli stesso spiegò di averla ideata "in forma rottonda, essendo in forma di corona, per essere dedicata a essa Vergine".

La Chiesa venne terminata nel 1681 e consacrata nel 1687.

Nel mezzo della facciata si apre il bellissimo portale, affiancato da due colonne e coronato da un frontone triangolare; la stessa struttura, semplificata, è ripetuta sugli altri lati. L’esterno è popolato da numerose statue, collocate fra le colonne, nelle nicchie, sui timpani e sopra le volute; queste ultime sono i contrafforti della grande cupola di rame, sormontata da una lanterna su cui domina la statua della Madonna che tiene in mano il bastone da “Capitana da mar”, perché in lei Venezia identifica la propria guida.

Una cupola minore sormontata dalla statua di San Marco sovrasta il presbiterio e ad essa si affiancano due piccoli campanili.

All’interno, otto pilastri reggono la cupola; di fronte all’entrata principale c’è l’Altare Maggiore, mentre sugli altri sei lati si aprono altrettante cappelle.

Sull’Altare Maggiore si trova la scultura di marmo eseguita da Giusto Le Court: “La Vergine implorata da Venezia mette in fuga la peste”. La Vergine con il Bambino sono implorati da Venezia, raffigurata sulla sinistra come una donna in veste dogale, mentre a destra la peste, rappresentata come una vecchia in fuga, viene cacciata. Ai lati sono San Marco, patrono della città e San Lorenzo Giustiniani, primo Patriarca di Venezia, invocati durante la pestilenza.

Al di sotto, sulla mensa dell’altare, è custodita la Madonna Nera, icona bizantina del XIII secolo. Francesco Morosini portò a Venezia da Candia, l’attuale Creta, quest’immagine di Maria, nel 1670, dopo la cessione dell’isola ai Turchi. Secondo la tradizione, sarebbe stato addirittura San Luca a dipingere l’icona; gli abitanti di Candia la chiamavano Mesopanditissa, che significa “Mediatrice di pace”: infatti proprio davanti a lei, nel 1264, avevano posto fine ad una guerra con i Veneziani. Il 21 novembre 1670 dunque, la Madonna Nera entrò trionfalmente nella Chiesa della Salute. Da allora venne fissata al 21 novembre la data che ricorda ogni anno la liberazione dalla pestilenza, come promesso dal Doge nel 1630: ancora oggi questa è una delle principali feste religiose della città.

Al centro del pavimento in marmo colorato, è raffigurato un intreccio di rose e boccioli, che fanno da corona ad una scritta centrale, che a sua volta racchiude una lastrina di marmo azzurro, colore della Madonna e del cielo. La scritta sintetizza il significato stesso della costruzione della Chiesa e del voto della città: UNDE ORIGO - INDE SALUS, che significa che da dove è venuta l’origine, da lì viene la salvezza: Venezia, che si sentiva figlia prediletta di Maria, solo da lei poteva ricevere aiuto.

Numerose opere d’arte sono ospitate nella chiesa e nelle sacrestie. Nella Sacrestia Maggiore sono da segnalare la pala d’altare di Tiziano, con “San Marco, San Rocco, San Sebastiano e i Santi medici Cosma e Damiano”, e “Le Nozze di Cana”, di Tintoretto, dipinto eseguito nel 1561.

 

Il culto

Ogni anno dunque, a partire da quell’antica promessa del Doge, la popolazione di Venezia si reca alla Chiesa della Salute; il 21 novembre, è ancora oggi una delle ricorrenze religiose più sentite dalla comunità cittadina, da sempre particolarmente legata a questa Basilica. Si tratta di un semplice pellegrinaggio fino alla Chiesa, dove in quel giorno affluiscono migliaia di persone, facilitate, ancora oggi, dall’allestimento di un ponte di barche che costituisce un’ulteriore via di accesso e che per due giorni all’anno è il quarto ponte sul Canal Grande.

 

I dintorni

  Suggestivi sono anche i dintorni della Basilica: a destra della Chiesa si trova il Seminario Patriarcale, palazzo costruito su progetto di Baldassarre Longhena.

Proseguendo lungo la fondamenta che affianca l’edificio della Dogana da Mar, si raggiunge la punta della Dogana, estremo limite del sestiere di Dorsoduro, compreso tra il Canal Grande e quello della Giudecca, da dove è possibile avere una straordinaria visione del Bacino di San Marco, dei due canali e dell’isola di San Giorgio.

L’edificio della Dogana (costruito da Giuseppe Benoni nel 1677) ha pianta triangolare per adattarsi alla particolare conformazione del terreno; sulla punta è completato da una torre sulla cui sommità si trovano due Atlanti di bronzo che sorreggono il mondo, rappresentato da una palla d’oro; sopra il mondo si trova l’immagine della fortuna, statua girevole a seconda dei venti.

Dalla punta della Dogana inizia la passeggiata lungo le Zattere, dove anticamente arrivavano le zattere cariche di legname e carbone.

Sull’altro lato del Campo della Salute si vedono le absidi gotiche della Chiesa di San Gregorio, oggi chiusa, la cui fondazione risale al IX secolo e il cui monastero fu un centro di cultura benedettina.

 

Curiosità

              L’usanza del pellegrinaggio alla Chiesa è molto sentita e viene rispettata dai veneziani, non solo quelli della terraferma, ma anche da quelli che abitano ormai lontano.

          Dalle Zattere è possibile recarsi a Sant’Agnese. Proprio vicino al campanile di Sant’Agnese si trovava la casa del primo veneziano colpito dalla peste, un falegname che si era recato a costruire delle garitte di legno nell’isola di San Clemente, dove era confinato il diplomatico proveniente da Mantova.

          La costruzione della basilica ha inciso profondamente sull’urbanistica della zona, modificandone l’assetto. Presso il luogo in cui poi fu costruita la basilica si trovavano la chiesa e il monastero della Trinità. In luogo della Dogana da Mar, sorgeva anticamente una torre difensiva con mura merlate.

 

 

Per approfondire

Scheda di osservazione

 

 1 -      Quali altre chiese di Venezia sono dedicate alla Madonna?

 2 -      Quale altra chiesa di Venezia è stata costruita dopo una pestilenza, per ringraziamento?

 3 -      Chi è raffigurato sulle due cupole della Salute?

 4 -      Cosa è scritto al centro del pavimento della Basilica?

 5 -      Che cosa significa?

 6 -      Nella costruzione degli edifici religiosi, un tempo, si teneva conto di certi numeri, che avevano un particolare significato: quindici erano gli scalini del tempio di re Salomone, cinque i misteri del Rosario; nella chiesa della Salute dove trovi questi numeri?

 7 -      In quale modo si diffondeva la peste?

 8 -      Da dove è stata portata a Venezia la Madonna Nera?

 9 -      Cerca quest’isola sulla carta geografica.

10 -     Adesso però si chiama?

11 -     Dalla punta della Dogana, vedi il Bacino di San Marco ed il canale della Giudecca. Osserva il campanile di San Marco, il Palazzo Ducale, la Riva degli Schiavoni, l’isola di San Giorgio, la Giudecca con le chiese delle Zitelle e del Redentore (costruito in ringraziamento per la fine della peste del 1576).

   

Basiliche e altri santuari della Provincia di Venezia

 

Basilica “San Marco”

Venezia - Piazza San Marco

 

Santuario “Madonna dell’Angelo”

Caorle (VE) - Tel. 0421/81028

 

Santuario “Madonna di Borbiago”

Borbiago (VE) - Via Giovanni XXIII, 151 - Tel. 041/420447

 

Cattedrale “Santa Maria Assunta”

30015 Chioggia (VE) - Piazza Duomo, 77 - Tel. e fax 041/400496-5507115

 

Santuario “Beata Vergine della Navicella”

30019 Sottomarina (VE) - Via E. Venturini, 1/b - Tel. e fax 041/490611

 

Santuario “S. Domenico confessore”

30015 Chioggia (VE) - Via Canali, 6 - Tel. 041/403526

 

Santuario “San Giacomo apostolo”

30015 Chioggia (VE) - Corso del popolo, 1202 - Tel. 041/400584

 

Santuario “Madonna dell’apparizione e santi Vito e Modesto”

30010 Pellestrina (VE) - Sestier Busetti, 33 - Tel. 041/967011

 

Centro di spiritualità “Madonna del Divino Amore”

30010 Sant’Anna di Chioggia (VE) - Via Pegorina - Tel. e fax 041/4950224

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