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Corso base di Tecnica Fotografica

OBIETTIVO
SCELTA DEL PUNTO DI MESSA A FUOCO

Non esistono regole precise per la messa a fuoco; tutto dipende dal tipo di fotografia che si vuole realizzare e dalle condizioni in cui ci si trova ad operare.

Per prima cosa bisogna avere ben chiaro il concetto di profondità di campo, la cui estensione, per un certo obiettivo, dipende dal diaframma utilizzato. Tuttavia non si può impostare a piacere il diaframma, perché la sua apertura va di pari passo coi tempi di otturazione necessari a realizzare un'esposizione corretta della pellicola.



messa a fuoco   PUNTO DI MESSA A FUOCO
Dai papaveri in primissimo piano fino all'infinito è tutto a fuoco, grazie all'utilizzo di un obiettivo grandangolare, di un diaframma molto chiuso e della messa a fuoco sulla distanza iperfocale.


Se si desidera che tutto ciò che è inquadrato venga a fuoco, si deve sfruttare al massimo la profondità di campo. Nel caso particolare che il punto più lontano sia all'infinito, si deve utilizzare la distanza iperfocale; se invece il punto più lontano dell'inquadratura non è all'infinito, si deve focheggiare ad una distanza inferiore all'iperfocale. Per il massimo della precisione bisogna fare riferimento alle apposite formule o tabelle; tuttavia i segni posti sugli obiettivi o il controllo visivo mediante il tasto di profondità di campo (se presente) sono in genere sufficienti. Un caso particolare è costituito dalla macrofotografia, dove la ricerca della massima profondità di campo è essenziale per il conseguimento di buoni risultati.

Non sempre però si desidera che l'inquadratura sia tutta perfettamente a fuoco; spesso, anzi, si va alla ricerca della sfocatura di determinate zone. Ad esempio, nel ritratto in genere si vuole a fuoco il volto, mentre gli elementi posti prima e dopo vanno sfocati. Lo scopo della sfocatura intenzionale è quello di isolare il centro dell'attenzione, sfocando ciò che non interessa.



PUNTO DI MESSA A FUOCO
L'isolamento intenzionale del passero è stato ottenuto utilizzando un teleobiettivo e un diaframma abbastanza aperto, in modo da ridurre al minimo indispensabile la profondità di campo.
  messa a fuoco


Non è detto che si riesca sempre a intervenire sulla profondità di campo nella maniera ottimale; ad esempio, se la luce ambientale è scarsa e se la pellicola impiegata non è molto sensibile, non si può impostare un diaframma troppo chiuso, perché ad esso corrisponderebbe un tempo di otturazione troppo lungo per eseguire la fotografia a mano libera senza il pericolo di mosso. In casi simili a questo si può intervenire, almeno in linea teorica, in svariati modi: aumentare l'illuminazione ambientale (magari scegliendo un'ora della giornata più adatta), ricorrere al flash o al treppiede, impiegare una pellicola più sensibile, montare un obiettivo a focale più corta, allontanarsi dal soggetto.

In ogni caso dovrebbe essere evidente che il fotografo deve avere una grande padronanza della profondità di campo e degli elementi che la influenzano; inoltre deve avere un'idea esatta del tipo di fotografia che intende scattare: se non si conosce il bersaglio, non sarà mai possibile colpirlo.... Molto spesso la scelta del diaframma è legata a molteplici considerazioni, per cui generalmente si impone una scelta di compromesso, che sia in grado di soddisfare nel migliore dei modi i diversi parametri che servono a realizzare un'immagine come la si era pensata.


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11.10.2001