Home > Abc > Corso base di Tecnica Fotografica > Scheda

 
Corso base di Tecnica Fotografica

OBIETTIVO
IPERFOCALE

Dalla scheda precedente emerge che la profondità di campo, ossia la zona che risulta a fuoco in modo accettabile sul fotogramma, si estende sia davanti che dietro il piano di messa a fuoco; l'entità di questa estensione cresce col diminuire della lunghezza focale, col diminuire del foro d'apertura del diaframma e con l'aumentare del circolo di confusione accettabile.

Ne deriva che l'operazione di mettere a fuoco sull'infinito e di chiudere molto il diaframma non ha, spesso, molto senso, perché sarebbe come voler estendere la profondità di campo oltre l'infinito. In altre parole, se si è alla ricerca della massima nitidezza in tutto il fotogramma, conviene mettere a fuoco su un piano intermedio tra la fotocamera e l'infinito.

In base a calcoli di ottica geometrica, dopo aver fissato il diametro del circolo di confusione accettabile, la lunghezza focale e il diaframma che si intendono impiegare, si ottiene la cosiddetta distanza iperfocale, ossia la distanza di messa a fuoco che garantisce l'estensione della nitidezza fino all'infinito; verso l'operatore la zona da considerare a fuoco è pari alla metà della distanza iperfocale.

Esistono quindi delle tabelle che forniscono i valori delle distanze iperfocali a seconda delle lunghezze focali e dei diaframmi impiegati. Ad esempio, con un obiettivo di focale 50 mm e con diaframma 8, si ha una iperfocale di circa 10 metri; significa che in quelle condizioni la profondità di campo si estende da 5 metri fino all'infinito. Ci possono essere discordanze tra le varie tabelle, a seconda del diametro del circolo di confusione considerato accettabile.

L'animazione seguente mostra, in successione, i risultati che si ottengono mettendo a fuoco sull'infinito, su una zona intermedia, sul primo piano o sull'iperfocale.


animazione iperfocale

IPERFOCALE
L'animazione mostra i diversi effetti al variare del piano di messa a fuoco e del diaframma impiegato.
L'indicatore grigio a sinistra evidenzia la posizione del piano di messa a fuoco (nell'ordine di successione: infinito, intermedio, primissimo piano, iperfocale).
Il fotogramma con l'indicatore grigio più ampio corrisponde alla focheggiatura sulla distanza iperfocale.
(Idea tratta da "Il libro della Leica")

La perfetta conoscenza dei meccanismi che regolano la profondità di campo e l'iperfocale è indispensabile al fine di poter ottenere, in sede di scatto, l'effetto desiderato.


ghiera ghiera

IPERFOCALE
Sugli obiettivi che possiedono la ghiera dei diaframmi in genere sono presenti i riferimenti che mostrano la zona a fuoco, a seconda del diaframma in uso e della distanza di focheggiatura.
I due esempi hanno in comune la distanza di messa a fuoco su 5 metri.
A sinistra le frecce indicano la profondità di campo che si ottiene col diaframma 4 (estesa all'incirca da 4,5 a 8 metri).
A destra si ha la profondità di campo con diaframma 16; come si vede, di ottiene tutto a fuoco da 2,5 metri all'infinito (è il caso dell'iperfocale).

(Obiettivo LEICA).

E' opportuno che ci si eserciti sul campo, effettuando diversi scatti per provare le varie combinazioni suggerite in queste schede; su un foglio si devono scrivere i dati di ogni scatto, per potere valutare sulle stampe o in proiezione i differenti risultati.


 Argomenti collegati
 Capitolo 2

Indietro Indice Avanti


Testo e immagini © Romano Cicognani - Riproduzione ammessa esclusivamente per uso strettamente personale - Ogni altro utilizzo su supporto cartaceo o elettronico dovrà essere autorizzato per iscritto dall'autore - Nomi di aziende, loghi e immagini di origine citata appartengono ai rispettivi proprietari.


Mappa dell'area

ABC




11.10.2001