Le pellicole in
commercio si dividono in due grandi gruppi: le negative e le
diapositive. Da una pellicola negativa puoi ottenere copie su
carta fotografica di ottima qualità e di qualsiasi formato, da
mettere in un album o da esporre in cornice. Se, però,
desideri proiettare le immagini su uno schermo o prevedi un
impiego editoriale delle tue fotografie, allora devi
necessariamente utilizzare le diapositive. Anche queste
ultime, comunque, possono essere stampate su carta
fotosensibile ma, così facendo, devi accettare un piccolo
compromesso: le copie presenteranno un contrasto superiore a
quello delle immagini originali.
Se il soggetto di partenza è già molto contrastato,
infatti, i dettagli presenti nelle zone fortemente illuminate
o nelle ombre scure potrebbero scomparire. La stampa da
pellicola diapositiva, inoltre, è disponibile soltanto nei
laboratori più importanti ed è più costosa rispetto a quella
da negativa. In conclusione, se il tuo obiettivo finale è
ottenere una copia su carta, ti converrà sempre partire da una
pellicola negativa. Se, invece, intendi proiettare le immagini
o inviarle presso una casa editrice nella speranza di una
pubblicazione, dovrai preferire l'utilizzo di una pellicola
diapositiva.
Sensibilità e grana Ogni
pellicola, per registrare bene le immagini, deve essere
esposta alla luce per un tempo determinato. In commercio
esistono emulsioni di sensibilità diverse ossia che per essere
impressionate dalla stessa quantità di luce necessitano di un
tempo più o meno lungo. La sensibilità di una pellicola è
strettamente correlata con la dimensione dei granelli
fotosensibili che compongono l'emulsione e cresce
all'aumentare di questi. Se fotografi con materiali
ultrasensibili oppure sottoponi l'immagine ad elevati
ingrandimenti, la struttura granulare del film diventa
visibile.
Le pellicole con una grana molto fine ti consentono di
riprodurre immagini molto nitide mentre quelle a grana grossa,
ossia più sensibili, sono indicate per riprendere i soggetti
in rapido movimento oppure in condizioni di scarsa luminosità.
La sensibilità di una pellicola viene indicata con un codice
numerico standard espresso in Iso: più è alto il numero e
maggiore è la sensibilità della pellicola.
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Dall'alto verso
il basso: esposizione corretta; sovraesposizione di un
"stop" con pellicola negativa; stesso errore con
pellicola diapositiva. Nel primo caso errato
l'immagine stampata è resa accettabile mentre nel
secondo la fotografia è rovinata. Con il termine
"stop" si intende indifferentemente un valore di un
diaframma o di tempo di otturazione. |
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Categorie di sensibilità In
commercio esistono pellicole più o meno sensibili alla luce:
quelle con indice più alto (800/3200 Iso), sono caratterizzate
da una granulosità evidente che può influire negativamente
sulla lettura dei dettagli. In condizioni di scarsa
luminosità, comunque, a parità di altre impostazioni, queste
emulsioni ti consentono di impiegare tempi di scatto più
veloci rispetto alle pellicole meno sensibili, quindi di
evitare fotografie poco nitide perché "mosse". Le
pellicole poco sensibili, (25-50 Iso) caratterizzate da una
grana molto fine, sono adatte nei casi in cui sia richiesta la
massima nitidezza dei dettagli.
A causa della ridotta sensibilità, devi disporre di una
fonte di luce molto intensa, come il sole brillante oppure il
flash. Le pellicole di sensibilità medio alta (100-400
Iso) sono considerate universali poiché ti permettono di
ottenere i migliori risultati, come nitidezza e equilibrio
cromatico, nella maggioranza delle situazioni.
Latitudine di posa Questo
termine definisce il grado di reazione della pellicola alla
sovra e alla sotto esposizione. Può essere anche definita come
la capacità dell'emulsione di compensare, entro certi limiti,
gli errori di esposizione causati dal fotografo in ripresa.
Questo parametro varia molto a seconda del tipo di pellicola
utilizzato: le negative hanno un margine di tolleranza molto
ampio che consente di ottenere fotografie leggibili anche se
la pellicola ha subito grossolani errori di esposizione (fino
a 2 o 3 stop sia in sovra che in sottoesposizione). Le
diapositive, invece, sono molto meno flessibili e anche un
errore di piccola entità (dell'ordine di + o – 1/2 stop, ossia
mezzo valore di diaframma o di tempo di scatto), peggiora la
foto in modo rilevante.
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Questi bambini che giocano in un laghetto
alpino sono stati fotografati con una pellicola a bassa
sensibilità.
In questo caso l'ampia latitudine di posa
offerta da una pellicola negativa ha consentito di
ottenere un risultato accettabile anche se l'esposizione
è stata calcolata in modo approssimativo, trattandosi di
un'istantanea scattata in tutta
fretta. | |