Tra le varie operazioni che devi compiere prima dello
scatto, la messa a fuoco è sicuramente una delle più
importanti: devi eseguirla dopo aver portato all'occhio la
macchina fotografica e quasi contemporaneamente alla
composizione dell'inquadratura. La fase di messa a fuoco,
meccanicamente parlando, consiste nella regolazione della
distanza del gruppo-lenti dell'obiettivo dalla pellicola in
modo che su quest'ultima sia proiettata un'immagine nitida
dell'elemento prescelto.
Con le fotocamere tradizionali, per una corretta messa a
fuoco, devi ruotare la ghiera presente sull'obiettivo, mentre
in quelle dotate di autofocus (AF) è sufficiente premere a
metà corsa il pulsante di scatto: lo spostamento del gruppo
delle lenti, in questo caso, avviene grazie ad un piccolo
motore elettrico. Tutti gli obiettivi sono caratterizzati
da una minima distanza di messa a fuoco, al di sotto della
quale non è possibile ottenere fotografie nitide senza
l'aggiunta di altri speciali accessori. Con le ottiche di
focale 50mm, questa distanza corrisponde mediamente a 45cm.
Oltre un certo limite la distanza del soggetto dalla
fotocamera (diciamo oltre i 40 metri con un'ottica normale)
non influisce più in modo apprezzabile sulla nitidezza finale
e, con la ghiera dell'obiettivo portata a fondo corsa (ossia
fissa sul limite detto "infinito", indicato dal simbolo di
otto rovesciato) non è più necessario mettere a fuoco.
Regolazione
diottrica Se porti gli occhiali, inquadrare
con la macchina fotografica può essere piuttosto scomodo
perché la lente può urtare contro la cornicetta
dell'oculare. Per alcune fotocamere sono disponibili le
cosiddette "lentine di correzione diottrica" che,
inserite nell'oculare della fotocamera, correggono
parzialmente o totalmente il difetto di vista del
fotografo il quale, così, può inquadrare togliendosi gli
occhiali.
Uso
dell'autofocus Poni il riferimento AF che si
trova al centro dello schermo di messa a fuoco sul
soggetto e premi leggermente pulsante di scatto. La
fotocamera esegue la messa a fuoco e, nel mirino, si
accende una spia verde, fissa o lampeggiante, oppure una
rossa. Verde accesa fissa: il soggetto è a fuoco.
Lampeggiante: le condizioni del soggetto non consentono
la focheggiatura automatica. Rossa fissa: il meccanismo
sta cercando di mettere a fuoco. Se il soggetto è troppo
buio entra in funzione l'illuminatore di assistenza
autofocus. Con alcuni modelli di fotocamere, quando
il selettore è regolato su autofocus, l'otturatore non
scatta se il soggetto non è nitido.
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Con il selettore del modo di messa a fuoco regolato su AF,
una leggera pressione del pulsante di scatto attiva il sistema
autofocus e quindi la comparsa nel mirino della spia verde che
indica che l'obiettivo è regolato per la massima
nitidezza.
Esistono due categorie di impostazione autofocus: la
fotocamera seleziona la messa a fuoco singola oppure continua
a seconda che il soggetto sia fermo oppure in movimento. In
questo caso l'AF rileva anche la direzione del moto e imposta
la posizione del gruppo-lenti prevedendo il punto in cui
l'elemento prescelto si troverà al momento dell'apertura
dell'otturatore. AF singolo:
raggiunta la corretta messa fuoco, l'AF si blocca e puoi
scattare liberamente. AF
continuo: la fotocamera mantiene costantemente a fuoco
i soggetti movimento. Selezionando il vari-program "sport"
la fotocamera si predispone automaticamente sull'autofocus
continuo nonché sullo scatto motorizzato a raffica, mantenendo
il soggetto costantemente nitido.
Nella messa a fuoco manuale, invece, l'otturatore è libero
di scattare a prescindere dallo stato di messa a fuoco del
soggetto nel caso tu voglia, ad esempio, ottenere immagini
volutamente sfocate per fini creativi. I sistemi di messa a
fuoco automatica (AF), si rivelano sempre piuttosto efficienti
nonostante ciò esistono dei limiti per l'autofocus.
Nel caso di soggetti statici e ben illuminati ad esempio,
l'autofocus è sempre molto veloce e preciso. I problemi
sorgono quando il soggetto non appare "grande" e fermo nel
mirino, come una moto in corsa oppure un bambino che corre
veloce.
In pratica, se il soggetto esce anche per un istante dal
campo di lettura dell'AF (che in genere è rappresentato da un
piccolo riferimento visibile al centro del mirino) l'obiettivo
va a cercare il punto di messa a fuoco praticamente "a caso",
con una notevole perdita di tempo. Inoltre, nel caso di
soggetti monocromatici, come un cielo coperto, l'autofocus,
nel tentativo di valutarne la distanza può anche andare in
"tilt" (dobbiamo però dire che in quest'eventualità anche
l'occhio umano avrebbe dei seri problemi). In questi casi
è consigliabile disinserire la messa a fuoco automatica e
affidarsi al più versatile cervello umano. Quelli
enunciati sono comunque "casi limite" piuttosto
infrequenti. |